CEMENTINA 75x75 32 LUCI - LUMINARIA SALENTINA D'ARREDO
CEMENTINA 75×75 – 32 LUCI
CEMENTINA 75x75 32 LUCI - LUMINARIA SALENTINA D'ARREDO
- Prodotto artigianale interamente realizzato a mano Decorazione in legno di pioppo con finitura in vernice bianca o con colore a scelta
- 32 lampade a led E14
- Possibilità di personalizzare le luci
- Altezza 75 cm, Larghezza 75 cm, spessore 2 cm,
- Tutti i componenti elettrici, elettronici e i materiali di assemblaggio sono conformi alle principali certificazioni di legge
E’ tradizione tipica del Sud Italia allestire le piazze dei paesi e delle città durante le feste patronali con luminarie create appositamente per il Santo Patrono. Le luminarie vengono create appositamente per l’evento e sono delle vere e proprie sculture luminose, vere e proprie opere d’arte. Questi allestimenti, che addobbano piazze e strade soprattutto durante il periodo estivo in occasione dei festeggiamenti del Santo Patrono, sono ammirati e apprezzati in tutto il mondo grazie ai numerosi turisti che affollano il nostro Salento durante il periodo estivo che ne hanno diffuso la popolarità.
Scegli la tua luminaria in base alle tue esigenze. Ti offriamo una serie di allestimenti luminosi, vere e proprie architetture di luce che diventano forme di arredamento sia per interno che per esterno. Potrai creare la giusta atmosfera per il tuo matrimonio ad esempio, o utilizzare una luminaria come punto luce nella tua casa o nel tuo giardino. Scegli tra le diverse tipologie di luminarie per interni o esterni, luminarie natalizie, con luci a led o incandescenza monocolore o multicolore. Una tradizione pugliese molto antica quella delle luminarie che sono delle vere e proprie opere d’arte che ancora oggi addobbano le nostre piazze durante le feste.
Le luminarie sono caratteristiche delle feste patronali diffuse nell’Italia Meridionale e soprattutto nella Cultura Salentina. Dal punto di vista tecnico le luminarie nascono intorno al XVI secolo e costituisco un insieme di componenti che raffigurano elementi luminosi installati nelle città durante i periodi di festa. Negli anni i maestri artigiani hanno realizzato vere e proprie opere d’arte, tant’è che negli ultimi anni parti di queste “parazioni” vengono utilizzate nelle case o nei giardini come illuminazioni per interni o per esterni. Le luminarie vengono anche chiamate “Luci d’artista” per il loro aspetto visivo. Le luci, i colori, l’architettura, l’aspetto scenografico sono elementi che caratterizzano le parazioni che negli anni assumeranno un aspetto talmente rilevante da coinvolgere artisti del calibro di Bernini, Fontana, Grimaldi. Tra le più belle del Salento vi sono quelle di Scorrano, ormai famose in tutto il mondo. Negli ultimi anni gli interior designer hanno scoperto questa nuova forma d’arredo e hanno inserito le luminarie negli ambienti creando nuovi punti luce. Le luminarie si possono utilizzare per arredare vari ambienti, dagli uffici, alle case e soprattutto giardini. Un nuovo complemento d’arredo, che ben si adatta ai materiali tradizionali, ai mobili d’epoca e a un’idea moderna di arredo per dare nuova vitalità all’interior design.
Perché le architetture e gli apparati luminosi di oggi meravigliano e attirano così tanta gente in ogni angolo d’Italia e del mondo?
La risposta è semplice e complessa allo stesso tempo: ragioni storiche, culturali, antropologiche, artistiche fuse insieme nell’idea di tradizione culturale locale quale si è tramandata attraverso i secoli e, oggi, viene avvertita e vissuta nel Salento.
Quest’idea di tradizione culturale è permeata dalla chiara coscienza della sua autonomia e si fonda sulla riconoscibilità dell’identità culturale del suo territorio rispetto a quelli confinanti e agli altri del Mezzogiorno.
Da Romanelli e Porto Badisco alla Regio Secunda augustea (Apulia et Calabria); da Bisanzio e dal limitone dei Greci al martirio di Otranto e al Barocco Leccese fino alle feste patronali.
Sono questi i dati imprescindibili ed evidenti intorno ai quali si è sviluppata la civiltà salentina che, pur modificandosi attraverso i secoli, è riuscita a creare e conservare un sostrato culturale proprio, diffuso e condiviso tra i suoi abitanti, che li ha resi coscienti di appartenere ad un territorio e ad una tradizione antica nella quale si sono sempre riconosciuti.
Identità culturale salentina come frutto di una profonda e rilevante idea del proprio passato visto come “età dell’oro” in quanto sommatoria di una grande civiltà di cui si sono perdute le tracce (Roca, i Messapi, i Greci, i Latini, i Bizantini) e la memoria (chiarezza dei ricordi che neppure l’archeologia e gli archivi riescono a dare) ma ne è rimasta una coscienza irrazionale nonostante la tragica sequela delle vicende storiche subite a partire dall’invasione dei Normanni fino all’Unità nazionale.
Da qui il concetto, tutto salentino, di “acchiatura”: convinzione, che tutti hanno, e specialmente coloro che appartengono alla classe contadina o comunque al popolo, che ciò che emerge dal terreno testimonia di un’età dell’oro della quale si sono perdute le tracce ma che si crede con certezza esserci stata.
In mezzo, come spartiacque storico – antropologico – culturale, il Concilio di Trento come tentativo, malriuscito o, forse, non del tutto riuscito, di sradicare quella centralità dell’elemento greco salentino (italo-greco) che aveva avuto il merito di mantenere vivi e coscienti i legami con la cultura territoriale (indigena) più antica.
In definitiva con il senso del passato.